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Assessore leghista e marocchino ucciso a Voghera: cosa è successo?

marocchino ucciso a Voghera
Scritto da NoiStranieri

La vicenda dell’assessore leghista e del marocchino ucciso a Voghera è su tutti media nazionali. Cosa è successo davvero?

Cosa è successo martedì 20 luglio 2021 a Voghera?

 

La vicenda che riguarda un assessore leghista e un marocchino ucciso a Voghera è, oramai, balzata alle cronache nazionali.
Il fatto risale a martedì 20 luglio 2021, poco dopo le 22, nei pressi di piazza Francesco Meardi a Voghera, per l’appunto.

Secondo le primissime ricostruzioni, la sparatoria in questione si è verificata per motivi inerenti la legittima difesa.
Nonostante ciò, giorno dopo giorno sorgo costantemente nuovi dubbi sulle dinamiche.
Come sono andate veramente le cose? E ancora, qual è il confine tra “legittima difesa” e “omicidio”?

Nel corso dei prossimi paragrafi non solo daremo una risposta a questa e a tante altre domande, ma cercheremo anche di fare alcune considerazioni inerenti l’uso delle armi.

La mia analisi sarà più “distaccata” e oggettiva possibile perché, in questa orribile vicenda, l’unica cosa da non fare è proprio quella di “tifare” per l’assassino, piuttosto che per la “vittima”.

L’assessore leghista e il marocchino ucciso a Voghera.

Fatte le opportune premesse iniziali, veniamo ora alla vicenda riguardante l’assessore leghista e il marocchino ucciso a Voghera.
Gli articoli di cronaca hanno riportato che il primo, apparentemente per legittima difesa, ha sparato al secondo, uccidendolo quasi sul colpo.

Infatti, i sanitari accorsi non hanno potuto far altro che constatarne il decesso.
I protagonisti di questo fatto sono rispettivamente Massimo Adriatici e Younes El Boussettaoui, di cui parleremo più approfonditamente nei prossimi paragrafi.

Data la gravità di quanto successo, è ovvio che siano scoppiate subito grandi polemiche. Si va da quelle che dipingono lo sparatore come un eroe, mentre c’è lo addita come un assassino a sangue freddo.

Qual è la verità in questa vicenda? E ancora, si tratta di un episodio isolato oppure rischiamo veramente che la gente ricorra sempre più spesso alla giustizia “fai da te”?
Proviamo a dare alcune risposte.

Chi è l’assessore leghista ora sotto indagine?

Come già anticipato poco fa, l’assessore leghista è Massimo Adriatici, un ex poliziotto ora avvocato penalista e docente di diritto.

Amici, parenti e colleghi lo descrivono come una persona tranquilla e misurata, mai sopra le righe. Infatti, nessuno riesce ancora a spiegarsi cosa l’abbia spinto ad utilizzare la sua arma da fuoco regolarmente denunciata e detenuta.

Tuttavia, nel corso della sua carriera politica, è emerso il suo lato più rigido e intransigenze. Tra le sue “battaglie” troviamo la “guerra alla movida”, ovvero una serie di ordinanze che vietano la vendita di alcolici freschi in bottiglie di vetro.

Insomma, uno dei tanti “sceriffi” che hanno approfittato dell’emergenza COVID-19 per dettare legge in contrasto con i più alti principi costituzionali.

Non solo promulgatore di ordinanze costituzionalmente discutibili, ma anche controllore. Difatti, era lo stesso Massimo Adriatici a verificare che i locali rispettassero le sue ordinanze.

Quali sono i trascorsi del marocchino ucciso a Voghera?

Una volta descritto lo sparatore, vediamo chi è la vittima, ovvero il marocchino ucciso a Voghera. Si chiamava Younes El Boussettaoui, aveva 39 anni ed era irregolare in Italia.
Lascia tristemente la moglie e i 2 figli piccoli che risiedono in Marocco.
E’ vero, aveva qualche piccolo precedente alle spalle ma non aveva mai dato grossi problemi.

Le cose sono peggiorate nell’ultimo periodo prima della tragedia. Infatti, ha iniziato a soffrire di forti problemi psichici che dovevano essere tempestivamente curati.
E’ stato ricoverato per un breve periodo presso l’ospedale di Voghera ma è riuscito a scappare, tornando proprio nella piazza Francesco Meardi.

Arrivati a questo punto, molte persone potrebbero liquidare la vicenda affermando: “Il solito delinquente che è andata a cercarsela”.

Purtroppo la situazione è tutt’altro che chiara perché sono state disattese alcune dinamiche procedurali, a danno delle persone offese, ovvero i familiari di Younes El Boussettaoui.

Assessore leghista e marocchino ucciso a Voghera: dinamica dei fatti.

Qual è la dinamica dei fatti riguardanti l’assessore leghista e il marocchino ucciso a Voghera? Purtroppo, nessuno può dire di conoscerla.
Le prime indiscrezioni parlavano di legittima difesa e di un colpo partito accidentalmente, ma qualcosa non quadra.

Infatti, come appurato anche dagli stessi Carabinieri sopraggiunti sul luogo del delitto, la vittima Younes El Boussettaoui è morta, almeno apparentemente, a causa di un solo colpo al torace.
Insomma, è alquanto improbabile mettere a segno un colpo del genere senza prendere la mira.

Inoltre, alcuni testimoni sostengono che Younes El Boussettaoui fosse sì alterato e confuso, ma non poi così tanto ostile, dal momento che, sempre secondo la loro testimonianza, non ha lanciato la famosa bottiglia di birra come, invece, sostengono altri testimoni.

Insomma, qual è stato l’elemento scatenante che ha spinto Massimo Adriatici a sparare e ad uccidere un uomo? Legittima difesa o esecuzione capitale sommaria?

Le reazioni della Politica.

Com’era prevedibile, le prime reazioni sulla vicenda dell’assessore leghista e il marocchino ucciso a Voghera sono arrivate proprio dalla politica. Che dire, il solito vergognoso teatrino all’italiana.
Infatti, questa vicenda dovrebbe suscitare delle profonde riflessioni e non il solito cieco tifo da stadio per una parte, piuttosto che per l’altra.

Ovviamente, il centro-destra si è schierato a favore di Massimo Adriatici, mentre il centro-sinitra ha incensato Younes El Boussettaoui come fosse un martire.
A mio avviso, prima di tutto bisognerebbe verificare le vere dinamiche della sparatoria: Massimo Adriatici era davvero in pericolo di vita? Non avrebbe potuto sparare in aria o alle gambe? E ancora, Younes El Boussettaoui era armato?

Inoltre, quest’ultimo non solo necessitava di cure psichiatriche, ma era anche destinatario di un ordine di carcerazione per un vecchio precedente.

Insomma, si sarebbe dovuto trovare in carcere, oppure in cura. Come mai era libero di girare?

Le indagini ad opera della Procura della Repubblica.

Persino le indagini della competente Procura della Repubblica sembrano destinate a scatenare polemiche. Il capo d’accusa è passato da omicidio volontario a legittima difesa. Come mai gli inquirenti hanno cambiato idea?

Inoltre, come riportato anche dall’avv. Debora Piazza, legale del marocchino ucciso a Voghera e ora legale dei suoi familiari, la Procura non ha avvisato questi ultimi in merito all’autopsia effettuata sul corpo della vittima.
Dal momento che si tratta di un esame irripetibile, gli inquirenti avevano l’obbligo di avvisare le persone offese, ma ciò non è avvenuto.

Insomma, sembra che qualcuno voglia far cadere una cortina di fumo sopra questa vicenda, quasi a nascondere qualche dettaglio che potrebbe rivelarsi capovolgente.

Arrivati a questo punto, è chiaro che in tale vicenda ci siano solo dubbi e nessuna certezza. Pertanto non avrebbe senso esporsi con delle affermazioni che, in futuro, potrebbero venir smentite.

Considerazioni finali sull’assassino leghista e il marocchino ucciso a Voghera.

Eccoci giunti alla fine di questo articolo in merito alla vicenda che vede come protagonisti l’assessore leghista e il marocchino ucciso a Voghera.

Per come la vedo io, è ancora presto per dare un giudizio su questo triste fatto di cronaca. Prima di tutto, bisogna accertare se Massimo Adriatici fosse veramente in pericolo di vita e, di conseguenza, costretto a sparare per difendersi e non per giustiziare qualcuno arbitrariamente.

In secondo luogo, dal momento che la vittima Younes El Boussettaoui necessitava di cure psichiatriche e che era pure destinatario di un ordine di carcerazione, viene da domandarsi: come mai lo Stato non ha adempiuto ai suoi doveri?

Infatti, se il marocchino ucciso a Voghera fosse stato internato in una casa di cura, probabilmente non sarebbe successo nulla di tutto ciò.

Cosa ne pensate? Fatemelo sapere scrivendo un vostro commento.

 

 

 

2 Commenti

  • A distanza di un anno suppongo che il risultato della autopsia sia stato fornito. Sarebbe bello pubblicaste sia la sentenza che le sue motivazioni. Vista da lontano, un uomo che, sentendosi in pericolo, spara al petto ad un altro, non pare abbia intenzione di “fermarlo” ( anche se il petto e’ piu facile da colpire delle gambe ), come mai il petto e non le gambe? un poliziotto (ex) dovrebbe cavarsela in una situazione simile…. Perche’ lo “psichiatrico” non e’ stato curato? Vogliamo i nomi dei co-responsabili di questo omicidio

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